Monologo di Ayrton su Dio
Ayrton Senna

Dalla vita ho avuto molto, anzi da ragazzo non mi è mai mancato nulla. Penso comunque che in questo mondo non
si possa essere tutti uguali.
Anzi ritengo che Deus abbia fatto benissimo a crearci diversi. Il motivo per cui sono così è semplice da spiegare. Dopo i vent'anni, per libera scelta, ho deciso di fare una professione che mi ha completamente cambiato il modo di vivere. Per correre, infatti, sono stato costretto a lasciare il Brasile, la mia casa, i miei affetti, gli amici, il calore di cui sono sempre stato circondato. Nel tempo ho continuamente sentito la mancanza di questi sentimenti.
Dalla vita non si può avere tutto: pur di raggiungere la mia realizzazione professionale ho dovuto rinunciare a queste cose. Comunque sia, mi giudico un privilegiato.
La voglia di vincere c'è sempre, ma ho avuto anche momenti di grande sconforto. Avrei voluto mollare tutto, attaccare il casco al chiodo. Il voler vincere non è una vendetta contro la vita. Non ho alcuna rivendicazione da fare contro il destino. La volontà di vincere è una sfida contro me stesso, un impegno a migliorarmi, ad approfondire la conoscenza sia delle cose sia dell'ignoto.
A scuola non sono mai stato il primo, ma ho sempre avuto un tremendo spirito di competitività. Sì, sono stato e sono sempre in competizione.
Il Deus di cui parlo è quello che hai dentro di te, vicino, in qualsiasi posto, di giorno e di notte. E' una persona, un contatto sicuro. Ho scoperto Deus solo due anni fa in un momento di grande difficoltà personale.  In quei frangenti Deus è stato l'unico vero punto di riferimento. Mi ha salvato dal naufragio. Non c'era infatti, in quel momento, alcuna persona in grado di colmare il vuoto che si era formato tra me e l'umanità. Lui ha risposto ai miei appelli, mi ha aiutato a risolvere tanti dubbi. Fino ad allora credevo in un Dio superficiale non avevo mai pensato né sperimentato un Deus che mi facesse conoscere me stesso e dialogasse con me. Da allora gli parlo, lo cerco, approfondisco con Lui la conoscenza. E'quasi diventata una droga, perché voglio sempre di più e per far ciò lo cerco sempre di più.
Così, solo così, può farci capire che esiste. E'un Dio che ti risponde in ogni momento e in qualsiasi situazione.
Sono più sereno, anche se la vita è sempre la stessa e così pure le difficoltà. Di cambiato c'è che, da un pò di tempo, trovo in me la forza per affrontare i momenti difficili.
Sembra un paradosso, ma da quando sto vivendo questa esperienza interiore, le forze aumentano in proporzione alle difficoltà. Qualche volta ho pensato che la forza che mi offre Dio cresca di pari passo con il Diavolo quasi fosse una prova.
L'unica persona coinvolta in questa esperienza straordinaria è mia sorella Viviane, psicologa, sposata con tre figli. Lei ha incontrato Dio prima di me. I suoi racconti mi hanno colpito anche perché, fidandomi di lei, ero certo che raccontava la verità. Ma la scoperta di Dio è un fatto mio del tutto personale. E'chiaro che quando mi sono reso conto di quanto mi stava succedendo mi sono confidato con lei. Così Viviane è diventata per me quello che sono i maestri a scuola per gli scolari. Per imparare a scrivere e a leggere c'è bisogno di un buon insegnante. Così è nato un dialogo, un continuo scambio di opinioni, di sensazioni e di idee. Diciamo che Viviane è avanti a me di qualche anno negli studi per la ricerca di Dio. Sono ancora nella fase durante la quale il bambino va a scuola. C'è ancora tanto da scoprire e io ho voglia di continuare questo viaggio. Conosco ancora poco di Dio, ma sono convinto che ci sia tanta strada da fare assieme. Anni fa, quando capitavo per caso, da solo, in chiesa a San Paolo, avevo l'immagine di una chiesa fatta di crocefissi in legno o in gesso. Oggi la mia immagine di Dio è luce, calore e vita: un cambiamento in pochi anni non di poco conto. Un amore, anche un grandissimo amore, può restare fuori da questo dialogo spirituale, da questa ricerca continua di Deus. Dipende dalla donna, o meglio dall'affinità tra te e lei. L'amore resta più che mai una cosa unica.
E' uno stato mentale e spirituale molto speciale. E' un sentimento che porta serenità, tranquillità, fiducia, forza e un desiderio di disporre di un minuto o di un secondo migliore del precedente. E' un'esperienza dove la qualità predomina sulla quantità. E', in fondo, il sentimento che motiva per la vita qualsiasi essere umano.
Il Deus di cui parlo io non lo trovi in chiesa alla domenica, ma quando si è soli in qualunque parte del mondo, in qualsiasi ora del giorno e della notte. Così ti fa capire che c'è e che esiste.
In ogni gara il pilota affronta un rischio calcolato. Le auto sono sempre più perfette, ma l'imprevedibile c'è sempre. Noi piloti siamo consci, per questo forse riusciamo a convivere con il rischio meglio degli altri. La religiosità non influisce né cambia i comportamenti nel pericolo. In quei momenti (griglia di partenza) sono nelle migliori condizioni di tranquillità e serenità. Per dialogare con Deus senza coinvolgere nessuno. E' questo che cerco sopra ogni altra cosa. Gli parlo e lui mi risponde.



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